I terribili due (“Terrible two”) è un’espressione che si riferisce ai due anni d’età, il periodo durante cui, secondo la maggior parte degli esperti, si verifica una vera e propria esplosione di capricci da parte dei bambini che stanno imparando ad affermare la loro personalità.

 

Terrible two: che cosa si intende?

 

Tutti i bambini, arrivati al compimento del secondo anno, incominciano a rendersi conto di essere unità distinte dalle figure genitoriali, che fino a quel momento sono state l’unico punto di riferimento della loro esistenza.

Questa fase, che in realtà ha inizio intorno ai 18 mesi e può proseguire fino ai 3 anni, viene giustamente indicata anche come periodo del “no”, dato che il piccolo risponde sempre comunque con una negazione a qualsiasi proposta che gli venga fatta. Si tratta di comportamenti che, pur mettendo a dura prova la pazienza e la disponibilità dei genitori, non dipendono da una improvvisa modificazione caratteriale, ma piuttosto dalla normale crescita psico-emotiva.

 

I bambini si mostrano testardi e caparbi, rifiutano spesso anche proposte allettanti, poiché il loro principale obiettivo è quello di sfidare gli adulti, mettendo in atto degli inspiegabili atteggiamenti oppositivi. Anche se per i genitori i “terribili due” costituiscono un banco di prova decisamente impegnativo, secondo gli psicologi questo periodo è basilare per l’evoluzione del figlio, in quanto funzionale alla sua crescita individuale. Il bambino infatti scopre per la prima volta di essere un individuo a sé stante e, come tale, alla ricerca di una maggiore indipendenza dai caregiver (figure d’attaccamento) che fino a quel momento si sono presi cura di lui.

 

I genitori, che da un lato rappresentano i punti di riferimento indispensabili per la formazione della personalità e per l’acquisizione dell’autostima, devono fare un passo indietro, per consentire ai figli di mettere in atto le proprie risorse personali. È proprio per acquisire consapevolezza, autonomia e autostima che i bambini devono affrontare la fase del “terrible two”, che è l’unico strumento a disposizione per sviluppare le fisiologiche tappe evolutive funzionali.

 

Come affrontare i terrible two?

 

Intorno ai 2 anni il bambino vive un insieme di esperienze contrastanti che lo destabilizzano notevolmente poiché da un lato avverte un forte bisogno di affermarsi, ma d’altro lato non possiede ancora gli strumenti idonei per farlo. Incerto sul suo nuovo modo di essere, il piccolo protagonista si trova di fronte a una fortissima ambivalenza, responsabile appunto della fase dei capricci, delle negazioni (spesso insensate) e della ribellione.

 

Bisogna tenere presente che tali comportamenti non sono risolutivi, ma al contrario contribuiscono a creare confusione, incertezza, ansia e paura, sentimenti che spingono il bambino a reagire con rifiuti generalizzati e incongrui.

 

L’ambivalenza dei terrible two deriva dal fatto che egli avverte l’esigenza di allontanarsi dalle figure genitoriali, ma che, nello stesso tempo, non possiede ancora i mezzi per farlo e quindi entra in crisi.

Attraverso l’esagerato utilizzo della negazione il bambino esprime due concetti opposti:

  • voglio essere indipendente;
  • ho ancora bisogno di te.

Rabbia e frustrazione sono quindi le emozioni contrastanti che iniziano a manifestarsi intorno ai 2 anni, dato che prima il bambino vive praticamente in simbiosi con mamma e papà e non avverte l’esigenza di staccarsi da loro.

 

I genitori, d’altra parte, si trovano di fronte una specie di alieno, in quanto il piccolo tesoro tutte coccole e sorrisi diventa improvvisamente un contestatore capriccioso e rabbioso. È proprio in tale fase che la loro pazienza viene maggiormente messa a dura prova, soprattutto perché la fase dei terribili due è piuttosto violenta e difficilmente comprensibile.

 

Come devono comportarsi i genitori?

 

Molti genitori credono che i figli vogliano fare loro dei dispetti insensati, magari perché sono stati viziati ed eccessivamente accontentati, ma la realtà è del tutto differente. Nel momento in cui il bambino mostra nuove esigenze e si accorge che non è in grado di gestirle, questa convinzione genera in lui un forte disorientamento psicologico, causato dal fatto che il suo mondo interno deve affrontare una realtà nemica, per di più senza nessun supporto.

 

I genitori devono dunque lasciargli il tempo per imparare a gestire le sue emozioni, senza opporsi troppo ai capricci, ma cercando di supportarlo in questa fase di profondi cambiamenti. Un’adeguata acquisizione metodologica delle emozioni può infatti contribuire moltissimo al miglioramento dei suoi comportamenti, una tappa che richiede calma, pazienza e consapevolezza da parte degli adulti. Molto spesso succede che i genitori entrino in crisi perché si sentono poco competenti e inadeguati nella gestione dei terrible two. Alcuni assumono atteggiamenti troppo rigidi e intransigenti, mentre altri assecondano sempre il figlio.

 

Bisogna inoltre tenere presente che un “no” può rappresentare anche l’incapacità di comunicazione genitore-figlio, soprattutto in quanto a 2 anni il bambino non ha ancora sviluppato la maturità necessaria per elaborare adeguatamente i suoi vissuti. Proprio per questo motivo le figure di riferimento dovranno fungere da contenimento dei vissuti, per tradurre quello che il bambino non è ancora in grado di esprimere.

 

I piccoli non hanno soltanto bisogno di comprendere con chiarezza il loro mondo interiore, ma anche di accettare paure, rabbia, delusioni e frustrazione.Essi devono avere la certezza che i loro comportamenti non sono sbagliati a priori, ma soltanto se calati nel contesto del vissuto quotidiano.

 

I genitori devono sforzarsi di trovare un giusto equilibrio tra la correzione di comportamenti sbagliati e la conferma del loro affetto, di cui i figli hanno particolarmente bisogno durante questa delicatissima fase di crescita interiore. In altre parole gli adulti devono trovare il modo migliore per trasmettere questo messaggio:

“non disapprovo te, ma quello che fai.”

Bisogna poi che i genitori trovino il modo di sottolineare le azioni positive dei figli, per valorizzarli e aumentare la loro precaria autostima.

 

Qual’é il ruolo evolutivo dei terrible two?

 

Intorno ai 2 anni tutti i bambini reclamano il diritto di ricercare la propria indipendenza, anche se non possiedono ancora gli strumenti adatti per farlo. Servendosi dell’opposizione (“no”) sono in grado di affrontare il lungo (e spesso difficile) percorso necessario per strutturare la loro personalità.

 

Il ruolo di questa fase è di grande importanza per la realizzazione di un individuo equilibrato, ben inserito nel contesto sociale e soprattutto emotivamente stabile. I genitori non oppressivi, ma accoglienti e comprensivi, legittimano i comportamenti psico-emotivi dei figli, offrendo loro la giusta chiave di lettura di questo processo evolutivo.

 

Bisogna ricordare che il significato dei terribili due è anche quello di contenere gli atteggiamenti negativi (come ansia, paura, frustrazione, rabbia e agitazione), per attenuare il loro impatto. Pertanto i genitori devono porre determinati confini ai comportamenti dei figli, arginando gli eccessi e sviluppando una profonda empatia.

 

In questa fase di passaggio vengono gettate le basi per un’importante scatto evolutivo della personalità infantile, che per la prima volta può sperimentare la sua indipendenza dalle figure di riferimento. Prepotenza, onnipotenza e contrasto sono i tipici atteggiamenti del bambino di 2 anni, che sta per affrontare un traumatico distacco dai genitori, trasformandosi in individuo autonomo e indipendente.

 

È chiaro che impedendo al figlio di auto-affermarsi, mantenendolo sempre sotto una campana di vetro, i genitori gli negano l’opportunità di acquisire un equilibrio interiore. Anche se non sempre è facile da capire, la fase dei terrible two non rappresenta una sfida all’autorità fine a sé stessa, ma piuttosto è un passaggio iniziatico utile per crescere. Il ruolo del “no” è dunque finalizzato a riconoscere la propria identità distinguendosi da quella genitoriale.

 

Quali sono le conseguenze dei terrible two?

 

Le conseguenze dei terrible two possono essere positive oppure negative a seconda di come questo periodo viene affrontato dai genitori che devono assumere un atteggiamento equilibrato e deciso. Per impedire che la situazione sfugga di mano, le figure di riferimento devono essere pronte e preparate a intervenire adeguatamente con calma, assertività e pazienza. Bisogna quindi evitare atteggiamenti giudicati, ma piuttosto sviluppare una sintonia emotiva basata sulla comprensione e sull’osservazione.

 

Un approccio positivo è quello di accettare che il bambino faccia largo impiego di tre parole: “no”, “io” e “mio”, vocaboli attraverso cui egli impara ad affermare la propria volontà e quindi la sua indipendenza dagli altri. Queste obiezioni costituiscono infatti un importante conferma dell’autonomia.

 

Tutte le sfide che il bambino lancia verso i genitori non sono altro che manifestazioni d’insicurezza che, se gestite in modo scorretto, potrebbero avere conseguenze negative. Pertanto è necessario che gli adulti dapprima accolgano i comportamenti ribelli dei piccoli, per poi supportarli in una gestione equilibrata e mai prevaricatoria. In tal modo il bambino, sentendosi accolto e compreso, sviluppa una maggiore fiducia verso la figura di accudimento e accetta meglio eventuali consigli e suggerimenti.

Un atteggiamento opposto, incentrato sull’intransigenza, può soltanto inasprire la ribellione, chiudendo qualsiasi comunicazione. I genitori devono essere sufficientemente forti ed equilibrati per contrastare gli atteggiamenti oppositivi dei figli ma nello stesso tempo per offrire loro tutto il supporto di cui necessitano per crescere.

 

I terrible two non devono mai trasformarsi in un dualismo tra “no” (quelli dei bambini e quelli degli adulti), ma piuttosto in un dialogo produttivo. Perché questa fase abbia conseguenze positive è indispensabile inoltre trovare il modo di canalizzare le energie del bambino, offrendogli regole ben definite.

 

Di fronte alle crisi apparentemente più ingestibili, i genitori non devono perdere la pazienza, ma trasmettere calma e affetto, sentimenti che consentono al piccolo di rassicurarsi e tranquillizzarsi. Per evitare conseguenze negative è infine fondamentale che gli adulti si documentino sui “terrible two”, che, se ben gestiti, possono trasformarsi in “wonderful two”, anni meravigliosi in quanto premessa del periodo prescolare e scolare. Da neonato a bambino, ogni piccolo deve affrontare profondi mutamenti che, soltanto con il supporto dei genitori, possono diventare il mezzo migliore per crescere armoniosamente.

 

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